Progetto pastorale 2018

 

VENITE E VEDRETE

Progetto pastorale parrocchiale 2018

 

Itinerario di fede per una comunità giovane, accompagnati dal discepolo che Gesù amava, realizzato dalla Parrocchia La Pietà dei frati minori di Brindisi per l’anno pastorale 2018.

 

Stampato in proprio a Brindisi il 2 dicembre 2017 Corso Roma 142 – 72100 BRINDISI – 0831.523002 Mail: corsoroma142@gmail.com – sito: www.parrocchialapieta.it

tappa
tema
intervista
Il kairos nel vangelo di   Giovanni
Il kairos nella vita di Francesco
Il kairos nella tua vita
Un film
Un libro
Una canzone
start #ricerca Che cercate? Le quattro del pomeriggio Vuoi seguire il servo o il padrone? Your name

La vita segreta delle api

Sue Monk Kidd

 

Sotto casa

Max Gazze

1 tappa #farecasa Qual è la tua casa? In principio una tenda Stranieri e pellegrini Brooklyn Il tredicesimo dono

Joanne Huist Smith
Gli immortali Jovanotti
2 tappa #incontri Dove l’hai incontrato? L’ora delle nozze Un bacio e una stigmata L’ospite inatteso

Abbaiare stanca

Daniel Pennac

Ti è mai successo

Negramaro

3 tappa #cura Di quale volto ti sei preso cura? L’ora sesta Come una madre…

Tutto parla di te

 

Madri

Chiara Scardicchio

 

Essere umani Mengoni
4 tappa #credibilità Quale testimonianza ti ha condotto alla fede? L’alba del nuovo giorno Il Signore mi rivelò Veloce come il vento

La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola

Raphaelle Giordano

Amen

Noemi

5 tappa #progetto Qual è il tuo progetto? Al mattino Il vangelo sine glossa The social network

La magia delle cose perse e ritrovate

Brooke Devis

Ho fatto in tempo ad avere un futuro

Ligabue

Obiettivo generale

 

La comunità cristiana, sull’esempio del discepolo amato, si mette alla ricerca per scoprire il senso della vita, impara che fare casa è vivere una vita di relazioni d’amore e di fraternità, fatta di incontri complessi ma significativi, capaci di aprirsi alla cura sollecita e gratuita. Fa esperienza di una fede celebrata, coerente e credibile, che lo fa diventare pellegrino del mondo con un progetto di autentica vita cristiana, ed essere così una comunità giovane al passo dei giovani.

 

Start RICERCA

novembre

 Obiettivo

La comunità cristiana, riconoscendosi in continuo movimento di ricerca, di inquietudine, si ferma per riscoprire il senso della vita tra le tante opportunità e attrattive, si interroga sul significato della propria vocazione, si forma per un discernimento adulto e maturo, punta sull’interiorità come luogo rivelativo della propria identità e vocazione.

 

In ascolto dei giovani

A Chiara abbiamo chiesto di parlarci della ricerca nella sua vita, gli obiettivi nel cammino di ricerca, che posto occupa la ricerca di Dio di sé, della felicità.

 Nella vita cerco una realizzazione personale, e in questa, l’identità: ogni volta che noi muoviamo un passo, che facciamo una scelta significa che vogliamo capire chi siamo. Cos’è che mi rende felice e mi completa? Quando penso alla ricerca, penso questo: sto facendo qualcosa che mi rispecchia totalmente? Metaforicamente, direi che la ricerca è un po’ come il Cluedo, con gli indizi. Risolvi il primo rebus e poi via con tutti gli altri. Se penso alla storia della mia vita, leggo tanti tentativi. Il nostro progetto non è un piatto pronto, ed è proprio questo che ci porta a cercare: la soddisfazione di una mancanza… ci manca un tassello e dobbiamo trovarlo. La ricerca è il tragitto e il desiderio la meta. Certamente il desiderio è la miccia propulsiva ed è anche quello verso cui noi tendiamo tutti gli sforzi. Noi partiamo da un moto, ci spostiamo verso questo, ma nessuno ci dice che sarà quello che troveremo alla fine! La ricerca chiarisce anche il desiderio… parto da un punto, ma non è detto che si arrivi dove pensavamo di arrivare! Tramite gli enigmi scopriamo cosa vogliamo! Quali obiettivi? Innanzitutto la conoscenza di se stessi, tanto coraggio per mettersi in moto, per fare il pellegrinaggio. Infine la meta… e una nuova ricerca! Per quanto riguarda gli obiettivi credo che siano: sicuramente la felicità, che non sia però quiete, stasi. Il moto verso un’altra ricerca, Poi il servizio: non si cerca per trovare qualcosa che serve solo a se stessi: si cerca per trovare qualcosa che possa servire agli altri.. magari a colui che viene dopo di me! Cosi funziona anche la ricerca universitaria: i ricercatori non trovano qualcosa per se stessi, ma per una comunità scientifica. Penso alla ricerca di Dio. Non è cosi semplice… i giovani intorno a me… io stessa… quando penso a noi, penso ai discepoli che hanno avuto la fortuna di incontrare Gesù come una grande novità… come una grande svolta. Noi possiamo dire di avere questa fortuna? Purtroppo no. Per noi è un pacchetto pronto con tanto di regole e dittami. E qui si perde tutto l’amore, che è il moto primo per il quale noi giovani corriamo incontro a Dio. Abbiamo un disperato bisogno d’amore, verso noi stessi, verso gli altri e verso Dio. Questo allora è motore e fine della nostra più grande ricerca. E Dio, tornando a Cluedo, è quello che mette gli indizi, i segni, ecco.. la Provvidenza!

Penso poi alla ricerca vocazionale, la “chiamata” alla vita. Se parliamo del sacerdozio, per me oggi rimane un grande mistero… perché non è la mia chiamata! È difficilissimo.. ad un certo punto di questo cammino sei solo.. e devi essere assolutamente sincero! Fino alla fine! forse è più facile in coppia. Ci si interroga, ci si ferma.. nel sacerdozio è molto più complicato… per far parlare l’altro bisogna andare ben oltre il silenzio, e non è facile.

I giovani non sono i campioni dell’equilibrio tra ricerca e interiorità… da una parte ci si perde nei meandri dell’interiorità… dall’altra la si evita buttandosi ovunque… forse questo sembra il segno del fatto che non si può fare questo pellegrinaggio di conoscenza da soli! Abbiamo bisogno di una guida! A volte serve il lavoro di squadra, e può essere vincente: c’è tanta letteratura sulla ricerca e gli incontri…penso ai contemporanei Coelho, Marquez. Beatrice e Virgilio per un coraggioso Dante, Agostino e Sennuccio del Bene per un confuso e tormentato Petrarca, Pietro Giordani per un giovane ed inesperto Leopardi: dove non vediamo la luce, abbiamo bisogno di qualcuno che rischiari la strada, che ci dia una piccola spinta… penso a Don Chisciotte, che senza guida perde la retta via. Ci vuole il coraggio… ti fidi della vita, di te… e magari di Dio. E a quel punto il raggiungimento della meta è forza e conquista. Perché dopo l’affanno, dopo i tentativi, gli indizi, le guide, capisci che hai messo il piede sulla terra promessa, e quel dubbio che è stato una fioca lanterna per i tuoi passi, diventa la sicurezza della definitività… e quando hai saldato bene i piedi su questa nuova conquista, allora tutto questo diventa il trampolino di lancio per buttarsi in un’altra avventura.

Vorrei anche dire che la ricerca non finisce mai. Ne parliamo noi giovani perché siamo nel momento di maggiore creatività, ma ogni tappa della nostra vita è il momento giusto per chiederci se siamo dove vogliamo essere. E se non sono felice dove sono, devo muovermi! La ricerca della mia vita è la felicità, un desiderio che Dio ha instillato nel nostro cuore. E se io non felice, non deludo solo me stesso, ma anche Dio.

Chiara, 24 anni

In ascolto della comunità adulta

 Abbiamo chiesto ad Antonio, alla clarissa Madre Chiaramata e ad Annita, cosa significhi la ricerca nella loro vita.

 Mi pongo domande da sempre, rispetto ai fenomeni che osservo e vivo quotidianamente. Quando la curiosità e l’intuizione vengono applicate con un approccio sistematico per rispondere a domande di questo tipo, facendo tesoro delle esperienze e delle conoscenze già acquisite, si sta facendo ricerca. Tutti noi, nella quotidianità, esploriamo, investighiamo e inventiamo, risolvendo problemi nel lavoro, sperimentando variazioni di ricette in cucina, trovando il modo più giusto per potare una pianta o giocando con i bambini, scegliendo i nostri rappresentanti in politica – condividendo il loro pensiero- , puntando sui valori… ogni giorno. E perché no… chiedersi cosa c’è oltre.. fino a interrogarsi su Dio. Mi dedico alla ricerca nella mia vita, faccio dello studio e della sperimentazione la mia professione e finalizzo queste attività all’acquisizione di nuove conoscenze.

Antonio, 30 anni

 

La ricerca è sempre stata una componente fondamentale della mia vita. Se nella giovinezza era caratterizzata da un’attesa impaziente di risposte alle domande che affollavano la mia inesperienza, ora è piuttosto un ascolto interiore di domande che non sempre trovano una risposta, ma che devono essere saggiate dal misterioso lavoro del tempo. Questo ascolto sta segnando anche il mio cammino di fede e di umanizzazione. Gesù nel vangelo ci provoca sempre con domande. L’impegno quotidiano è non spegnere la mia dinamica interiore, cercare di essere me stessa e di lasciarmi costruire giorno per giorno, senza sentirmi arrivata, sempre in ricerca, curiosa di vedere ciò che di bello ne verrà fuori.

Madre Chiaramata, 53 anni

 

Cercavo la serenità dell’anima, in un momento in cui non ero tranquilla, sentivo un peso che non mi permetteva di parlare, mi sono messa alla ricerca del Signore. Vivevo senza mai mancare di rispetto, subendo senza mai reagire, scoprii la bellezza della preghiera. Chiedevo di non odiare nessuno, specialmente chi mi faceva del male. Anche se non sono accettata per il mio carattere, anche se non riesco ad esprimere agli altri quello che sento… è un mio limite, tutte le sere vengo in chiesa e trovo la serenità.

Annita, 89 anni

 

#hashtag

#ricercastudio#cammino#felicità#bisognodamore#chisei#guidatragittometa#servizioimpegnoquotidiano#tentativi#incontri#mancanzadesiderio#bisognocoraggi#bellezzadellapreghiera

Considerate questo tempo

I nostri giovani custodiscono nella loro interiorità una considerevole ricchezza ma spesso devono essere aiutati nel loro percorso di ricerca. Se ci fosse qualcuno che dialogasse con loro veramente, essi farebbero un bellissimo cammino di crescita. Viviamo in una società senza guide, senza padri e madri, senza testimoni. L’unica guida, è virtuale: la televisione. Ci manca un metodo, una strada. Se la società non si importa di essi, non da prospettive, a noi spetta il compito di accompagnarli nel cammino di identità e formazione, divenendo compagni di viaggi, guide, sostegno tappa. Ci poniamo accanto ai giovani che vivono difficoltà, incontri sbagliati, stando loro vicini, con tanta pazienza, trovando la strada giusta per farli ragionare, cercando le parabole dell’oggi per non urtare direttamente nello scontro. Essi sentono la mancanza dell’amore intorno e dentro di loro; vivono la dimensione del servizio, talvolta si attivano nel bisogno; si prendono cura delle cose a loro affidate, talvolta sono troppo pragmatici, non si fermano mai. L’aspetto religioso è troppo regolato tra bigottismo e privatismo. Si interrogano sull’esistenza di Dio, sui temi attuali, sulle morti premature, sull’eutanasia, ma fanno fatica nell’approdare a scelte definitive.

 

la Parola che illumina

Gv 1,35-39

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

 

Ci puoi credere

Era stato Giovanni Battista laggiù nel deserto a dire a lui, Giovanni, e al suo amico Andrea di seguire quello sconosciuto che si stava allontanando. Quanti discorsi si erano fatti sulle rive del Giordano circa la cattiveria del mondo, l’imminenza di un giudizio implacabile, la necessità di un mondo nuovo! Eppure c’era qualcosa di più profondo in quel Nazareno. Il battezzatore l’aveva intuito:” Ecco l’agnello di Dio”. e loro lo seguirono. Che cercate? – disse Gesù voltandosi. Mai nessuno aveva scoperchiato il loro cuore con due parole. Venite e vedrete. Rimanemmo con Lui.

 

il film          Your name

il libro          SUE MONK KIDD, La vita segreta delle api, Mondadori 2006

la canzone    Max Gazzé, Sotto casa

 

Esperienze, celebrazioni

Ottobre

1  giornata missionaria francescana;

3-4          Festa di san Francesco

15            I sogni dei Padri – iniziativa diocesana pastorale giovanile

22           giornata missionaria mondiale

27           Spirito di Assisi, celebrazione ecumenica

 

Novembre

17            festa di s. Elisabetta

18           celebrazione in Carcere con il CPP

19           1° giornata mondiale dei poveri

26           Cristo Re dell’universo

27-3        settimana biblica L’Apocalisse

 

1 tappa

FARE CASA

Avvento – Natale

 

Obiettivo

La comunità cristiana abita la Terra, quella terra amata e sposata da Dio, la sua casa. Segue il Maestro, la sua parola e i suoi gesti, amando tutti gli uomini come lui, si impegna a rendere la città sempre più” luminosa”, abitata dalla giustizia e della bellezza, nell’accoglienza e nel rispetto della diversità, nella condivisione solidale dei doni.

 

In ascolto dei giovani

Abbiamo chiesto a Mariachiaraqual è la sua casa”, chi l’ha aiutata a scoprire la sua fede

 

Io ho sempre frequentato la parrocchia trovandovi un senso di pace e di familiarità. Può sembrare strano sentirsi in famiglia e a casa in una stanza della parrocchia, chiamata “stanza del Tau” luogo che mi ha accolta da quando ho iniziato la catechesi, all’età di 7 anni, fino a oggi nella GI.FRA . La formazione mi ha portato a un incontro con Gesù che è anche un incontro con gli altri. In quella stanza posso dire che ho fatto esperienza di casa! Ricordo anche momenti di discussione e di litigi, ma anche di risate all’inizio degli incontri e anche durante! perché se sei con i fratelli ti diverti e stai bene. Ma il ricordo maggiore è lo stare bene insieme in ascolto della Parola. Le persone che più mi sono state vicine: gli animatori da adolescente e, da quando sono entrata nella fraternità GI.FRA., i frati incaricati. Con loro, oltre che a fare un cammino di fede, si era instaurato un rapporto di amicizia. Mi confidavo e trovavo in loro degli amici su cui potevo contare. Comunque anche gli altri ragazzi mi hanno aiutato, cercando di risolvere i miei dubbi. È nata così la voglia di iniziare un percorso specifico come quello della GI.FRA. Ho trovato aiuto, sia in adulti che nei miei coetanei: persone che si sono messe all’ascolto e al mio stesso livello, non si sono mai messi in “cattedra” pur essendo colti. Quando mi è stato chiesto di diventata animatrice dei più piccoli, mi sono resa conto che effettivamente il “mettersi al pari” fa apprezzare di più il lavoro fatto, mentre se ti poni da “maestro” allontani il messaggio che vuoi dare. Specialmente per quanto riguarda la fraternità, il cui l’obiettivo è quello di crescere insieme. La cosa più bella che mi ha aiutato nella fede, da parte di queste persone, è stata che mi hanno fatto fare “esperienza di fede”. Non era solo una catechesi teorica, ma si viveva l’esperienza: con momenti di adorazione, ritiri spirituali, uscite, stare con le altre fraternità, nella convivialità di condividere una cena. Era un vivere ciò che ci dicevano nelle catechesi, nella partecipazione ti rendi conto che la fede è nella quotidianità.

Mariachiara, 22 anni

 

In ascolto della comunità adulta

Abbiamo chiesto a Monica, a don Mario e a Daniela: Che Chiesa siamo? Che casa da abitare offriamo ai giovani per generare alla fede?

 

La parola “casa” è una parola importante, significativa. Per la mia vita è stato un percorso di ricerca interiore perché la casa non è solo un luogo fisico, è un luogo dove stai bene, senti il tuo cuore. II trovare casa è una ricerca per sentirsi amato compreso. La fede, per me, è stata “casa” dove ho potuto sperimentare l’amore; nonostante le crisi e le prove della vita. Laddove si potrebbe perdere la fede, l’ho mantenuta, perché il senso di casa è l’amore di Dio! Questo amore di Dio è incommensurabile e la Chiesa lo offre in molti modi, nei tanti percorsi che ho potuto fare. Per primo nella famiglia, poi in parrocchia, nei gruppi giovanili, nella catechesi, nel servizio di animazione musicale in chiesa. C’è stata una crescita umana che mi ha fatto “sentire” l’amore di Dio. Grande è la bellezza del senso di casa che l’amore di Dio ti fa vivere, quando l’amore umano fallisce! Dio in quei momenti lo sento creativo e fa percepire il suo amore in tutte le sfumature. Nell’ambito della Chiesa il farmi sentire casa sono stati I padri spirituali che aiutano a riscoprire l’amore di Dio e la sua vicinanza e la Chiesa come casa. In particolare il movimento dei Focolari, perché là mi sono sentita amata. Al di là di quello che la Chiesa può offrire, nel bene e nel male, (perché ci sono gli errori!), ognuno può trovare il senso di casa, perché Dio ci conosce e sa di quello di cui noi abbiamo bisogno e Dio trova sempre il modo per ciascuno di farci sentire amati e percepire il senso di casa e famiglia.

Monica, 40 anni

 

Siamo una chiesa che sta vivendo un periodo di un cambiamento e conversione pastorale. Papa Francesco ce lo ricorda nell’ Evangelii Gaudium in chiave missionaria. E’ una chiesa che vuole ritornare a ciò che è di bello: annunciare Cristo. Quando la Chiesa presenta Cristo, diventa bella, attrae, diventa madre e canale di grazia. Quando la Chiesa diventa istituzione, dogma, norma, offusca e allontana. Papa Francesco ci insegna nell’ Evangelii Gaudium che vuole una Chiesa-madre, non una chiesa dogana, che sia un canale attraverso cui passa la grazia di Dio. Penso che in questo momento storico, Dio ci ha donato questo uomo di fede (papa Francesco) che sta guidando la Chiesa ad essere testimone di Cristo. Essa è sempre stata luogo di accoglienza, di formazione per i giovani e lo è ancora oggi anche se si dice che i giovani si sono allontanati. L’esperienza dell’ultima GMG a Cracovia, ci ha mostrato giovani vicino a tanti sacerdoti, suore e laici impegnati. Certo bisogna fare di più e meglio e penso che la Chiesa può fare di più anche per quei giovani che si sono allontanati e si sentono stanchi, anche per questione di vita difficile, per mancanza di lavoro. Anche a questi giovani la Chiesa può dire una parola, a condizione che si presenti come una madre che accoglie. Solo così i giovani ci saranno.

Don Mario, 38 anni

 

La Chiesa come comunità parrocchiale è stata per me una seconda casa per l’esperienza di famiglia che ho avuto. È stata un punto di riferimento nella catechesi, con l’invito del parroco ad impegnarmi in questo ambito. Così cominciai, da una risposta a quell’invito, ho continuato per un bisogno di ricerca personale. Oggi, percepisco che molti parroci sono presi da altro: il molto dinamismo fa trascurare così i bisogni dei giovani. Sicuramente per poter dire che la parrocchia di oggi è una casa accogliente per i giovani, bisogna rispondere alle domande: quella parrocchia, su quel territorio sa leggere le domande dei propri giovani? Riconosce che non sono quelli di vent’anni fa? Oggi che svolgo anche un servizio diocesano, mi rendo conto che la realtà di una vicaria non è quella di un’altra. Secondo me, molto dipende da quanto il parroco è sensibile ai bisogni del popolo e in particolare dei giovani. Si sono accorti che il linguaggio è cambiato? Io che sono una giovane adulta, trovo a volte difficoltà a capire il linguaggio e i bisogni di un ventenne; è importante, e se si vuole essere Chiesa accogliente, bisogna cercare di capire i loro bisogni.

Daniela 38, anni

 

#hashtag

#starebene#ascoltare#dammifiducia#faredipiù#meglio

 

Consideriamo questo tempo

C’è bisogno di riscoprire la bellezza dello stare insieme per annunciare, condividere, pregare. I giovani hanno sete di amore e sentono il bisogno di condividere la propria fede con adulti che non si “mettono in cattedra” ma condividono il cammino con loro. Vogliono riscoprire la presenza di un padre spirituale, che li accompagni e li guidi per superare le difficoltà che incontrano. Per questo bisognerebbe riscoprire dei movimenti, associazioni e ruoli in parrocchia dove i giovani possano ritrovarsi per stare bene insieme. Rendere protagonisti i giovani che annunciano ai giovani (sotto lo sguardo sempre dell’adulto!) proponendo un’iniziativa dal titolo “Vieni e vedi” dove ogni giovane, già inserito in parrocchia, si impegna a portare un amico.

 

la Parola che illumina

Gv 1 ,14-18

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

 

Ci puoi credere

Dio viene come un bambino; un neonato non può far paura, si affida alle tue mani vive solo se qualcuno lo ama. Così le madri fanno vivere i loro figli, li nutrono di latte, di sogni ma prima ancora di amore. Gesù vivrà perché è amato e oggi Dio vive tra noi per il nostro amore. Vive lì dove tu abiti, solo per il tuo amore. Ora sta a noi aiutare Dio in questo mondo a incarnarsi ancora in queste case, in queste strade, in questa città, nella tenda del mondo. C’è un frammento di Logos in ogni carne, c’è qualcosa di Dio in ogni uomo, c’è Santità in ogni vita, c’è quello che gli angeli diranno nel cielo di Betlemme: la buona volontà, la volontà d’amore.

 

il film          Brooklyn, 2015

il libro          JOANNE HUIST SMITH, Il tredicesimo dono

la canzone    Jovanotti, Gli immortali

 

Esperienze – celebrazioni

dicembre

3              consegna Progetto pastorale – presentazione fanciulli 1 anno

8             festa dell’adesione AC

13            inizio Porto di Brindisi Porto di pace nella festa di S. Lucia

16            accensione dell’albero ecologico.

17            mercatino di Frate Jacopa- festa della Sapienza -Settimana dell’attesa

19           spettacolo di beneficenza IC

21            liturgia penitenziale

22           concerto di Natale del GMS

23           concerto I suoni della devozione

24           benedizione dei bambinelli

30            concerto di Natale

31            mandato animatori nubendi, ricordo degli anniversari di matrimonio

Gennaio

6             Epifania, Giornata dell’Infanzia missionaria

7              Battesimo del Signore – consegna attestati del Battesimo

 

2 tappa

INCONTRI

gennaio-febbraio – tempo ordinario

 

Obiettivo

Nella consapevolezza che la fede individuale nasce dall’incontro con Gesù “in quel giorno” che “vale tutta la vita” (incontro che non dà garanzie, che non limita la libertà, che non inquadra in una rigidità religiosa), la comunità cristiana scopre nei gesti e nelle parole di Gesù atteggiamenti attuali di verità, di libertà, di dialogo e di condivisione nella consapevolezza che la preziosità dell’incontro e del confronto allarga i confini.

 

In ascolto dei giovani

A Romildanna abbiamo chiesto di raccontarci del suo incontro con Gesù e del ruolo che la Chiesa e i sacerdoti hanno in questo incontro.

 

Il cammino di fede, così come qualsiasi percorso spirituale, richiede un forte discernimento, un’analisi profonda della tua anima e del tuo cuore, dei tuoi pregi e dei tuoi difetti. E’ sicuramente un cammino personale, ma sono convinta che senza i fratelli con i quali condivido questa esperienza di fede, che Gesù mi ha donato e mi ha dato l’opportunità di vivere, non sarei riuscita a riconoscere appieno l’amore di Dio nella mia vita; è nell’amore che ricevo e che io dono loro che si manifesta il suo gratuito. Il mio è un continuo cammino di ricerca del Signore nella mia vita, perché, ogni giorno, lo incontro, ma, mi rendo conto, che è anche facile perderlo. Ritengo che la Chiesa sia il luogo privilegiato per incontrare Gesù. Essere parte di questa realtà, se fatto col cuore, con sincerità, con semplicità e con reale desiderio, ti permette di porre in essere valori come l’altruismo, la fraternità, l’amore per il prossimo che è alla base del nostro essere cristiani. Purtroppo la Chiesa di oggi non sempre rispecchia questi valori; a volte è offuscata dal bigottismo che la porta a chiudersi in una sorta di elitè che esclude invece di accogliere. Ma se si ritrovasse quella dimensione primordiale che è l’amore incondizionato, l’inclusione senza rinchiudersi in standard così ristretti che fanno tanto male ad una Chiesa giovane, si può ritrovare una Chiesa vera, sincera e accogliente in cui crescere spiritualmente accompagnati da sacerdoti che, senza giudicare, siano capaci di accoglierti per quello che si è, ovvero un dono, e di guidarti nell’incontro col Signore.

Romildanna, 19 anni

In ascolto della comunità adulta

Abbiamo chiesto a Maria, Antonella, Davide e Maria, cosa è possibile fare per essere una comunità parrocchiale “giovane” capace di incontrare e accogliere.

 

Forse basterebbe provare a porsi nei panni di … non minimizziamo i problemi e le situazioni. Non siamo rigidi nel giudicare gli altri, guardiamo al loro percorso. C’è gente che ha sofferto, che si è persa… Non chiudiamoci nei nostri problemi, indossiamo un sorriso e doniamolo a chi ne ha bisogno. Giovane è sinonimo di fresco. E a me viene in mente la freschezza di una fede sempre rinnovata in Cristo.

Maria, 45 anni

 

Per “incontrare”, la comunità parrocchiale deve spogliarsi delle sue mura e mettersi in movimento … verso … chi è fuori, chi è lontano, farsi prossimo verso il prossimo. Creare momenti di incontro in luoghi in cui giovani, famiglie, adulti si incontrano. Nello stesso tempo, superando il concetto del “si è fatto sempre così”, proporre eventi appetibili, che incuriosiscano chi è lontano ad avvicinarsi per far scaturire il desiderio di ricerca di Dio. Tutto ciò sostenuto dalla stessa comunità che deve essere orante, che preghi per queste intenzioni. Nel momento in cui un giovane, una coppia, o qualsivoglia persona, debba o voglia affacciarsi alla parrocchia, si necessita l’esercizio del carisma dell’accoglienza, dell’ascolto e dell’accompagnamento, evitando quello che Papa Francesco chiama “dogana pastorale”. Nel Cammino di Iniziazione Cristiana sarebbe opportuno creare un rapporto con le famiglie, di accoglienza, di ascolto, di conoscenza e di coinvolgimento.

Antonella, 41 anni

 

Ho incontrato Gesù nella mia vita. L’incontro con Gesù è un’esperienza continua di vita. Io l’ho incontrato nella liturgia, quando, durante la S. Messa, per la prima volta sono salito sull’altare per fare da ministrante alla celebrazione eucaristica. Quello è stato sicuramente l’incontro più forte che possa esistere per qualunque cattolico. L’incontro con Gesù Cristo è un evento strettamente personale, perché ogni cammino di fede ha strade diverse e, quindi, personali; ma non è detto che l’incontro non possa avvenire attraverso il tramite di altre persone e per mezzo di segni e opportunità. La Chiesa è il luogo fondamentale per questo incontro con Gesù; qualunque altro incontro, fuori dalla Chiesa, rimarrebbe solo un incontro parziale. I sacerdoti hanno il dovere di essere intermediari per favorire questo incontro, anche se, purtroppo, alcune volte, non è sempre così. Tornando al mio caso personale, senza i frati presenti in parrocchia, che mi hanno incoraggiato ed accompagnato nell’inizio del servizio all’altare, quel primo incontro con Cristo non sarebbe mai potuto avvenire.

Davide, 33 anni

 

Una comunità parrocchiale è “giovane” e accogliente se basa tutto il suo agire sulla parola “Amore”; sebbene nella diversità del carattere e dei carismi, è assolutamente necessario che l’agire sia sempre basato sull’Amore. Le persone che ho incontrato nella mia vita, in parrocchia, sono state tantissime: alcune simpatiche e aperte, altre mosse soprattutto da arroganza, dalla “troppa efficienza” e dalla presunzione di essere arrivate. Ho sempre compreso, ma questi atteggiamenti mi hanno sempre turbata, mi hanno fatto sentire smarrita e mi sono allontanata. Questa dinamica è la stessa in numerosissime persone che sono lontane. Spesso si cerca la pace interiore che trovi nella Reggia del Tabernacolo, ma non sempre in parrocchia ci sono persone che ti possano ascoltare e dalle quali tu possa avere un confronto e un poco di conforto. La Fede cristiana è basata sull’ascolto, sull’accoglienza e sui rapporti interpersonali sinceri. Se si riesce a percepire che un’azione, una parola, uno sguardo o un sorriso sono fatti col cuore, solo così, ci si sente davvero amati e si può cogliere, in questo “agire” ed “essere”, il vero volto del Cristo.

Maria, 80 anni

 

#hashtag

#superamento#troppaefficienza#presunzione#ricerca#incontro#liturgiaepreghiera#rinnovamento#amore#sincerità#ascolto#conforto#spogliarsidellepropriemura#mettitinmovimento#invito#familiarità

 

Consideriamo questo tempo

La comunità parrocchiale, intesa come insieme di tante individualità, custodisce un grande potenziale per accogliere l’altro, ma spesso è vincolata dalla propria identità personale, dalla troppa efficienza, dalla presunzione di essere arrivati. Per incontrare l’altro è assolutamente necessario che il singolo e, in generale, la comunità parrocchiale ricerchi un rinnovato incontro con Gesù nella liturgia e nella preghiera. L’unico modo per agire e migliorare se stessi è rinnovare l’incontro personale e comunitario con Gesù; solo così saremo in grado di incontrare il nostro “prossimo”, amarlo, guardarlo negli occhi con sincerità, ascoltarlo, confortarlo e condividere la sua vita. Imperniata di Cristo, la comunità parrocchiale potrà “spogliarsi delle sue mura”, abbattere ogni barriera e aprirsi all’altro, mettersi in movimento, avviare un confronto produttivo fatto di gesti, di inviti, di sguardi e di parole, al fine di creare un grande senso di familiarità. I giovani, gli adulti, le famiglie necessitano di un approccio familiare che possa farli sentire “importanti” e “necessari” per la crescita della comunità.In tutto questo, ruolo fondamentale è quello dei sacerdoti e degli operatori pastorali che, in primis, devono essere testimoni, con gesti e parole, di questa accoglienza favorendo relazioni di sincerità e familiarità.

 

La Parola che illumina

Gv 2,1

Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». Gesù le disse: «Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta». Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». C’erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. Gesù disse loro: «Riempite d’acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all’orlo. Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.

 

Ci puoi credere

Quel giorno cambiò la vita degli sposi, quando alla festa di nozze ci fu il segno del vino nuovo, il vino dell’Alleanza, il vino della Gioia. La festa divenne inizio di una nuova creazione. nella relazione degli uomini Dio interviene donando la pienezza di una vita vera, di un amore senza fine, di una responsabilità che si fa dono. Il segno rimarrà per sempre

 

il film          L’ospite inatteso

il libro          D. Pennac, Abbaiare stanca

la canzone    Negramaro, Ti è mai successo

 

Esperienze – celebrazioni

Gennaio

8-12        Settimana teologica

14           Dipingi le piazze di pace

20           Giornata del sovvenire

18-25      settimana unità dei cristiani

Inizio corso nubendi

28           Giornata dell’incontro con il lebbroso

Febbraio

Settimana di evangelizzazione e annuncio della vita francescana

2             Giornata mondiale della vita consacrata

3              Festa di San Biagio – Benedizione della gola

4             Giornata della Vita – consegna delle “Primule della vita”

7              Festa di S. Egidio

9             Memoria del transito di fra Giuseppe Ghezzi

11            Giornata mondiale del malato

La vita è amore; Giornata dell’annuncio francescano

Mercatino per le vocazioni

12           Veglioncino di Carnevale

14           Giornata penitenziale delle ceneri

Presentazione dei bambini del 3° anno alla comunità

 

 

 

3 tappa

CURA

Quaresima

 

Obiettivo

La comunità cristiana vive il comandamento dell’amore, della cura, della compassione, senza aspettarsi nulla in cambio, con tenerezza e rispetto. Si prende cura del mondo giovanile divenendo sempre più generativa, offrendo modelli educativi concreti e vicini.

 

In ascolto dei giovani

A Daniele chiediamo di parlarci dell’esperienza che in questo momento della sua vita sta vivendo, come ha cambiato la sua idea di prendersi cura dell’altro, e l’incontro con il vero volto di Cristo.

 

Ho deciso di partecipare ad un progetto del servizio civile che mi permetteva di prestare servizio presso lo SPRAR di Brindisi, che è un centro che offre protezione ai rifugiati e richiedenti asilo politico. Questa esperienza mi ha permesso di comprendere a fondo il mio carattere e come mi rapporto ad una persona che culturalmente ma anche a livello religioso è diverso da me. Ho capito di essere empatico ed che non ci sono tutte queste differenze tra noi e loro o comunque se ci sono, possono contribuire alla creazione di un rapporto interculturale. Penso di avere incontrato il vero volto di Cristo per come interpreto il mio senso di fede; chiunque mi è davanti in un modo o nell’altro rappresenta Dio nei suoi gesti, nei suoi comportamenti, in ciò che mi trasmette. Questo è stato un momento di crescita interiore, emotiva e di fede che mi ha permesso di capire le motivazioni per cui all’interno delle varie parabole Gesù si spende per i poveri e i più deboli.

Prendersi cura dell’altro, secondo me, è mettersi in ascolto, captare le loro esigenze, le loro necessità, i loro bisogni e le loro aspettative di vita. Ho trovato delle difficoltà nel relazionarmi con alcuni miei amici, c’è stata qualche parola di troppo dovuta non so se alla poca informazione in merito o alla diffidenza nei confronti del diverso, dell’immigrato; questo mi è dispiaciuto moltissimo, ma cercherò di far comprendere quella che è la reale situazione in cui versano nel momento che arrivano in Italia. (…)

Daniele 22 anni

 

In ascolto della comunità adulta

Abbiamo posto la domanda a Salvatore, a don Piero e ad Anna Maria se sappiamo formare i nostri giovani alla cura e alla carità verso il prossimo, e li sappiamo motivare a prendere impegni veri nella comunità.

 

Lavoro in caritas e mi occupo di servizio civile e formazione dei giovani, spesso mi chiedo se loro hanno sete e voglia di essere formati alla carità, non so quanto siano attenti a questo tema certo che a noi adulti resta questo compito fondamentale di formarli, anche se loro hanno bisogno soprattutto di testimoni. Difficilmente qualcuno gli mostra un aspetto diverso della vita, difficilmente ci sono esempi di qualcuno che gli faccia capire che è importante prendersi cura dell’altro fosse un parente, un vicino di casa, fosse anche un compagno di banco; la famiglia, la Chiesa, la politica in tutto questo cosa riescono a fare ai giovani? Non so quante siano oggi le comunità che educano i giovani ad un discorso di cittadinanza attiva, ad essere attenti a che cosa avviene nel loro territorio, nella loro scuola, nella città stessa, non so quanto oggi una parrocchia si interroghi sui problemi ambientali, di salute, di sicurezza che significa comunque prendersi cura sempre di se stesso, dell’altro.

Salvatore, 50 anni

 

Innanzitutto è positivo che ci sia un dialogo fra gli adulti e i giovani. E’ necessario guardare con fiducia ai giovani sperando che da parte loro ci sia maggiore attenzione nei confronti della tradizione e del tesoro degli adulti, occorre evitare giudizi negativi da entrambi le parti ma avere accoglienza e stima reciproca. Siamo abituati a fare formazione con parole, con incontri, ma è necessario pensare ad uno stile diverso che possiamo trasmettere ai giovani. Oggi purtroppo non siamo gli unici ad influire sulla loro vita, tutte le correnti informative e il mondo dei video giochi possono influire a fare del male agli altri: ecco allora la voce degli adulti all’interno di una comunità. Noi dovremmo dare testimonianza dello stile della gratuità, dovremmo motivarli a prendere impegni veri nella comunità e non avere atteggiamenti di rendiconto o di pretese o di offese se qualcosa non ci va bene, ecco avere la gratuità ci fa essere persone semplici e capaci di dare questo tipo di stile e testimonianza.

Don Piero, 40 anni

 

Penso che i ragazzi fondamentalmente sono disponibili ad aiutare l’altro, perché solitamente sono molto solidali e si confrontano spesso fra di loro, quello che è importante è sempre l’esempio dell’adulto, cioè io prima devo dimostrare di aver cura di loro nel momento in cui loro hanno bisogno. Per aiuto non intendo solo quello materiale ma soprattutto morale e spirituale, hanno bisogno di sentire che ci sono persone che si occupano di loro. Devo essere disponibile all’ascolto soprattutto non dare mai giudizi negativi su di loro, perché in loro qualcosa di positivo c’è sempre poi si tratta di aiutarli a trovare dei percorsi più giusti. Nella comunità devono sentirsi protagonisti, è importante valorizzare sempre ogni loro intervento anche quello più banale, in questo modo possono sentirsi motivati a continuare se hanno intrapreso un certo cammino ed io valorizzo sempre di più quello che fanno, se poi invece incomincio a banalizzare il loro intervento, non li faccio sentire utili e non gratifico quello che fanno è chiaro che poi verranno meno.

Anna Maria, 61 anni

 

#hashtag

#Tenerezzaerispetto#empatia#gratuità#integrazione#fede#protagonisti#testimonianza#accoglienza#bisognodisentire#disponibilità#comprensione#debolezza#povertà

 

Consideriamo questo tempo

I giovani sono sempre oggetto di cura da parte dell’adulto che li costudisce come il suo tesoro più prezioso, cercando di insegnarli a sua volta ad avere cura dell’altro come importate testimonianza di carità. Pur dimostrandosi molto solidali, però, il mondo dei social porta i giovani a vivere una vita piatta, fatta di chat e non di esperienze vissute; una vita ricca di aiuto virtuale, ma non di vicinanza concreta; un continuo susseguirsi di notizie sul web in grado di generare vere e proprie correnti mediatiche, creando talvolta anche paure e timori inutili. Spesso il giovane non riesce a dimostrare interesse nei confronti dell’altro a causa di una diffusa forma di protagonismo, coadiuvato dalla moda dei selfie, che portano ad esaltare la propria bellezza. Manca loro una guida, un modello di uomo e donna disponibile all’aiuto senza tornaconto personale, in grado di insegnarli cosa significa riconoscere il volto di Cristo nel più debole, nei più piccoli. In genere i giovani sono disponibili a diverse forme d’aiuto; quando la società dà a loro la possibilità di esprimersi si dimostrano veri testimoni di carità. All’interno del gruppo però il loro comportamento tende ad amalgamarsi, nascondendosi dietro figure di giovani forti e lontani dalla realtà. A noi spetta il compito di riconoscere in ognuno di loro la vera ricchezza e di aiutarli a metterla a disposizione dell’altro per crescere giovani capaci di guidare una società verso l’integrazione , la fiducia e la gratuità.

 

La parola che illumina

Gv 19,27

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lai il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

 

Ci puoi credere

Gesù ha perso. Muoiono con lui le sue Beatitudini, la sua libertà, il suo amore. Sembra morire con lui anche la madre. La madre è promessa di vita. Qui sembra aver vinto la morte. Tutta la violenza, tutta la cattiveria del mondo si sono sfogate su Gesù. Ma a Maria lui dice “donna Ecco tuo figlio”, a Giovanni “Ecco tua madre”, e al Padre “tutto è compiuto”. Echinato il capo spiro. Gesù, dove abiti tu realmente? Dove sei adesso? Dove ti incontro oggi? Io ti cerco sempre scavando nel tuo e mio mistero

 

il film          Tutto parla di te

il libro          CHIARA SCARDICCHIO, Madri

la canzone    Mengoni, Essere umani

 

Esperienze – celebrazioni

Febbraio

14           giornata penitenziale delle Sacre Ceneri.

Oggi voglio fermarmi a casa tua.

Il Crocifisso di San Damiano entra nelle nostre famiglie per il tempo di quaresima.

16            ogni venerdì Via crucis prima della Messa

Incontro sulla Parola della Domenica, dopo la messa

17            festa del perdono – 3 anno

18           cresimandi: iscrizione e d elezione

25           cresimandi: consegna del credo e luce

Pranzo di condivisione, nubendi, operatori e poveri in una domenica di quaresima

Marzo

2-3          24 ore con il Signore

16-23      settenario e Festa dell’Addolorata

24           Marcia della Fede

25            Domenica delle Palme – I dolci di frate Jacopa

Liturgia Penitenziale

28           Messa Crismale

29           Messa in Coena Domini. Mandato operatori caritas.

30-1        triduo Pasquale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 tappa

CREDIBILITA’

Tempo pasquale

 

Obiettivo

La comunità accetta la sfida della credibilità, crescendo nell’umiltà e nella consapevolezza, nella fede radicata, matura e, talvolta, scomoda, dando ragione della speranza di vita inaugurata nella risurrezione di Gesù, accompagnando i giovani nella crescita verso l’adultità.

 

In ascolto dei giovani

A Roberto abbiamo chiesto il significato di” testimone credibile”, chi è stata per lui la prima persona ad amarlo in modo credibile e quanto gli adulti sanno testimoniare la fede in maniera coerente.

 

Partendo dal presupposto che quasi tutto è relativo e che pertanto ognuno di noi ha un proprio modo di credere e una propria etica, definisco “Testimoni Credibili” coloro con cui condividiamo dei valori fondamentali, frutti di esperienze di vita e stati d’animo, che arricchiscono umanamente e spiritualmente. Questo è una sorta di “biglietto da visita” a cui il nostro cuore, non può rimanere indifferente, ma anzi ci predispone nel migliore dei modi ad essere fiduciosi, disponibili e caritatevoli, superando pregiudizi e sfiducia nel prossimo, anche a costo di andare “controcorrente”. Dire che le prime persone, che mi hanno amato in modo credibile, sono stati “I miei genitori” e “Mio fratello”, in generale “La mia Famiglia” sarebbe tanto semplice quanto vero, ma vorrei andare oltre e il mio pensiero non può non andare che al mio amico Matteo. Una spalla su cui contare, un compagno di avventure, la cui semplicità, gioia e senso di pace, anche e soprattutto nei momenti più duri, donava serenità e faceva star bene. Un “Testimone Credibile” di Dio. Avrebbe voluto contagiarci tutti con questo “inguaribile virus”, la FEDE, con la quale vivere al meglio ogni singolo attimo di questo speciale Dono chiamato Vita. Considerato che la gestione del rapporto Adulto-Giovane non è semplice per le differenze generazionali, credo che l’atteggiamento giusto sia confrontarsi evitando di rimanere fermi nelle proprie convinzioni e parlare un linguaggio semplice che arrivi dritto al cuore di chi ascolta. Personalmente mi ritengo fortunato ad aver incontrato persone più adulte che si sono sempre rese disponibili, senza pretese e senza arroganza, al confronto ed al dialogo.

Roberto, 24 anni  

 

 

 

 

In ascolto della comunità adulta

Abbiamo chiesto a don Cosimo, a Mario e a Chiara quale atteggiamento di responsabilità, nella società liquida di oggi, assume l’adulto nel prendersi cura in maniera coerente delle nuove generazioni.

 

Voglio introdurmi con un concetto che don Tonino Bello esprimeva a proposito delle virtù teologali “Se la fede ci fa essere credenti e la speranza credibili, solo la carità ci fa essere creduti”. Se la fede non diventa gesto concreto, testimonianza viva all’interno di una comunità ecclesiale, gli altri tendono a guardarci, ma non a coinvolgersi in un percorso di fede. Io credo che nella chiesa di oggi bisogna mostrare la fede con le opere, come diceva già S.Giacomo nella sua lettera “…anche la fede se non ha le opere, è morta in se stessa” e dare concretezza all’amore. E’ l’amore che ci fa essere creduti. Nelle comunità un giovane può sentire il fascino della fede, solo se la comunità vive la fede come accoglienza del fratello e della sorella e diventa così grembo che genera alla fede. Essere testimone della verità significa cercare la verità per essere testimone dell’amore di Dio. Dio, si legge nei Salmi, si fa vicino a chi lo cerca e non a chi vive in una pigrizia spirituale o a chi pensa solo alle cose da fare, senza mai incontrare la verità della fede, o a chi si dichiara cristiano e poi inneggia a forma di divisioni, cavalcando ideologie ed emozioni quali la paura. Bisogna quindi cercare la verità che, una volta trovata ed incontrata, diventa gesto concreto di amore. In questo percorso la responsabilità di un adulto è grande, perchè ha la responsabilità della trasmissione della fede, attraverso una testimonianza personale, vivente, comunitaria. L’amore deve essere credibile: si deve mostrare dentro il quotidiano, intessendo   relazioni, attraverso l’accoglienza e l’ ascolto, assumendo atteggiamenti di vita molto concreti, che mostrano la scomodità del Vangelo. Se l’ adulto non riesce a rinunciare a certe sue certezze, non è portatore di verità ed un giovane rimane sconcertato da queste posizioni di rigidità; l’adulto ha difficoltà a mettersi in discussione, come i farisei del Vangelo, spesso è disorientato ed ha le sue paure; c’è scollamento tra adulti e giovani, i punti di incontro sono spesso conflittuali ed il rapporto generazionale è vissuto molto sulla sfiducia. Bisogna perciò creare un’alleanza, un patto generazionale tra giovani e adulti, partendo dalla capacità degli adulti di mettersi in discussione, di recuperare autorevolezza nel dire parole che diventano gesti concreti, usando il linguaggio dei giovani senza diventare “adolescente”. Non solo, affinché un’opera educativa possa essere incisiva, è necessario che questa alleanza sia estesa a tutte le agenzie educative: famiglia, scuola, parrocchia, politica devono trovare dei canali comuni, perché spesso i messaggi sono contraddittori. In una città le parrocchie devono scoprire il senso della sinodalità, della strada comune da percorrere. Da lì parte la sfida cristiana: dobbiamo essere credibili ed uniti nell’annuncio per essere creduti.

don Cosimo, 45 anni

 

Il liquido è un fluido che assume la forma del suo contenitore a partire dal basso. Una società liquida è una società, magari in continuo movimento, ma che presenta scarsa coesione tra i suoi componenti e prende la forma che “qualcuno” prestabilisce. Una società che non ha una forma e una struttura liberamente e coscientemente scelta è una società che si presta ad essere plasmata a uso e consumo di chi ne ha stabilito la sua forma. Proprio per questo rischio che si corre, e che la storia ci testimonia diffusamente, è necessario avere idee chiare sulla forma da darle, affinché la stessa abbia uno sviluppo armonico nella coesistenza dei propri componenti per un vero futuro di gioia e di pace.

Quindi solo chi riesce ad andare oltre la fluidità del quotidiano., può progettare il proprio futuro partendo dai suoi “carismi”. Credo che non ci si può prendere cura del prossimo, se prima non ci si prende cura della propria persona, non in maniera egoistica, ma con la consapevolezza di essere individuo creato da Dio e destinato alla santità. Personalmente ho scelto l’insegnamento come lavoro-missione e questo ruolo mi pone continuamente il problema della credibilità. Ho sperimentato che, quando l’adulto si prende cura della “persona – nuova generazione”, questa lo percepisce e solo allora è possibile far passare l’esperienza ed anche la trasmissione della propria fede nel Creatore che ci ha affidato le meravigliose opere che il suo Amore ha pensato per ciascuno di noi, nel Redentore che ha dato tutto perché quanto “rovinato” dall’errore e dall’allontanamento dal Creatore possa essere recuperato, rivissuto e riamato nell’antico splendore.

Mario, 63 anni

 

Quando io penso alla mia responsabilità nei confronti degli altri, non penso mai ad un fine, ma alla conseguenza di un percorso, quindi ad un servizio. La prima cosa che io curo è il mio rapporto con il Signore e da questo deriva tutto il mio comportamento. Quando mi fermo a dare tempo agli altri, a gestire una situazione difficile, quando so chiedere scusa se ho sbagliato, quando riesco ad affrontare le situazioni ed i problemi di ogni giorno con uno sguardo mite, di pace, di riconciliazione costruttivo e di accoglienza dell’altro, questo credo che sia una sorta di testimonianza.

Nel rapporto con le nuove generazioni bisogna porsi senza la pretesa di voler fare delle crociate o di convertire qualcuno, ma ci si accoglie a vicenda.

Nella mia vita ci sono state tante figure di educatori poco credibili, ma tutto quello che mi hanno comunicato, ha lasciato un segno in me, grazie alla capacità di discernere il bene dal male. Bisogna cominciare a trovare spazi di silenzio, di preghiera, trovare momenti per recuperare l’essenzialità delle cose, sviluppare una sensibilità per le cose importanti e per i bisogni del prossimo. Oggi i giovani sono iperstimolati dalle nuove tecnologie e gli educatori fanno fatica a stare dietro a loro; quindi bisogna ricavarsi, assolutamente, degli spazi di cura della propria interiorità per essere capaci di accompagnare le nuove generazioni con coerenza.

Chiara, 32 anni

#hashtag

#controcorrente#paradosso#esempiocoerente#confronto#dialogo#liquidità#conformismo#rassegnazione#discernimento#dallapauraallaverità#dallarigiditàalinguaggiosemplice#interiorità#paceperdonoalleanza

 

Considerate questo tempo

Per un adulto la difficoltà di andare controcorrente e di superare il conformismo dilagante si intreccia con la difficoltà di far crescere, con umiltà, mettendo da parte arroganza e comode certezze, i giovani rendendoli responsabili e maturi.

La ricerca della verità e del bene e la libera adesione ad essi devono essere al centro del progetto educativo, nel quale gli adulti devono avere le idee chiare sulla forma da dare, soprattutto nella società liquida di oggi in cui nulla ha forma precisa e tutto è in continuo movimento. Gli adulti devono mettere in gioco la propria persona, assumendo un atteggiamento coerente, umile, libero e conseguentemente autorevole. L’autorevolezza nasce dall’esperienza dell’amore vero, credibile che, vissuto pienamente, genera fiducia nell’ Amore inaudito e folle di Dio per noi e ci fa sperimentare il suo perdono oltre l’errore e la sua presenza viva, in quanto Risorto, ed eterna oltre la morte.

Per essere credibile la comunità adulta deve uscire dalla propria pigrizia spirituale, dalla paura, dalla sfiducia e dalla rassegnazione per andare alla ricerca della verità, anche se scomoda, curando la propria interiorità attraverso il silenzio e la preghiera.

La via privilegiata per entrare in sintonia con i giovani ed avviarli all’adultità è quella dell’ascolto, della pazienza nell’accogliere le loro domande e i loro desideri, dell’umiltà nel chiedere scusa quando ci si accorge di aver sbagliato, della capacità di guardare la loro bellezza con lo sguardo di Dio, del sogno di creare con loro un’alleanza, che, attraverso lo scambio reciproco di esperienze, porti a testimoniare insieme a loro la vita buona del Vangelo.

 

La parola che illumina

Gv, 19,27

Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro. …I due correvano assieme, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro; e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro , e vide le fasce per terra, e il sudario che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette.

 

Ci puoi credere

La luce di questo mattino è la luce della vita, è la luce del trionfo dell’amore. La storia dell’umanità è storia di salvezza perché l’ha vissuta Gesù. Perfino nell’inevitabile attraversamento della morte. Al fondo di tutto, al centro di tutto c’è Cristo, l’atto d’amore che tutto salva. E la legge di vita è questo amore. La piccola carità quotidiana è quaggiù la potenza della fine. E noi siamo come bambini che imparano a bere il latte del suo amore. Di tutto, ma proprio di tutto, ciò che alla fine resta, e per sempre, è l’amore.

 

il film          Veloce come il vento, 2016

il libro          Raphaelle Giordano, La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola

la canzone    Noemi, Amen

 

Esperienze e celebrazioni

Aprile

Settimana in albis- celebrazione di battesimi

8             domenica in albis e delle misericordia

Visita e benedizione alle famiglie della parrocchia

15            1° consegna eucaristica (3° anno)

16-18      pomeriggi di formazione liturgica

19           consegna attestati di battesimo

22           2° consegna eucaristica – giornata mondiale delle vocazioni

29           3° consegna eucaristica

28           ritiro di prima comunione e giornata di spiritualità con le famiglie

Maggio

Peregrinatio Mariana

5-6          Mercatino di primavera

13            Prima Eucaristia fanciulli 3° anno

20           Prima Eucaristia fanciulli 3° anno

20           i sogni dei giovani discepoli missionari

26           Festival della catechesi

27            Giornata del sollievo

 

 

5 tappa

PROGETTO

Tempo ordinario

 

Obiettivo

La comunità parrocchiale della Pietà, sull’esempio del discepolo amato, riconosce il Signore dopo la Risurrezione, vivo, presente e operante nella Chiesa, progetta un futuro di vita cristiana fondato sul vangelo. Pellegrina e forestiera, senza poteri e senza corsie privilegiate, avanza povera e confidente gustando una pienezza di vita, sperimentando la provvidenza di Dio Padre, costruendo la fraternità universale, anticipo del Regno

 

In ascolto dei giovani

A Roberta abbiamo chiesto di parlarci dei suoi sogni, delle esperienze significative che l’hanno aiutata a individuare il suo progetto, il riconoscere Dio nella realizzazione della sua vita, quanto le sconfitte possono stimolare verso nuovi progetti.

 

Io sono iscritta a un corso di laurea in design a Torino. In questi anni ho lavorato su dei progetti. Per me realizzare un progetto, a livello universitario, ma anche in un prossimo futuro, è quello di capire cosa vuole il cliente, la persona con cui mi interfaccio e riuscire ad entrare nel suo pensiero e capire il suo desiderio e cosa vuole realizzare, ovviamente questo non è realizzabile con un solo passaggio ma ci sono vari step. Sbagli ed errori sono normali durante le fasi di progettazione. Non sempre è come il progettista o il cliente lo avevano immaginato! È un percorso pieno di incognite, quindi questo progetto varia, alla fine hai un prodotto diverso ma certamente più reale e più vicino alle esigenze.

-Prima di tutto, la cosa che più desidero al mondo è avere una famiglia così come l’hanno avuta i miei genitori, i miei fratelli, che sia composta solo da me e dall’uomo che sposerò o che sarà nel futuro con dei figli. Poi il lavoro è sicuramente molto importante, ma come priorità ho sicuramente quella di costruire una famiglia.

-Sono poche le persone che ho incontrato nella mia vita che hanno lasciato un segno. Prima fra tutti la mia amica Chiara, con cui sono cresciuta insieme: c’è un’esperienza parallela che mi da sostegno, in quanto una persona della tua età che mi supporta per ogni occasione è importante. Poi sicuramente il mio fidanzato Marco che conosco da una vita, siamo cresciuti insieme e si spera continueremo a cresceremo. Ci sono state anche persone che nella mia vita hanno lasciato un’impronta negativa e che mi hanno insegnato come non comportarmi.

-Ho sempre visto l’intervento di Dio nella mia vita, anche perché io sono cresciuta pensando che Dio interviene nella mia vita, in ogni momento Dio era sempre nelle mie scelte, probabilmente non avrei fatto niente se prima non avessi “parlato” con Dio. Un incontro costante, anche se ultimamente, con l’università mi sono un po’ fisicamente allontanata dall’ambiente Chiesa, ma non dalla vita cristiana che in me continua ad esserci. A me dispiace non avere un incontro con Dio nelle attività parrocchiali, perché fino a quando ho vissuto a Brindisi, pienamente immersa nella vita della parrocchia, era più facile sentirmi “nelle mani” di Dio in qualsiasi cosa facessi.

-Ho iniziato l’università a Milano, ho fatto il test per psicologia, forse è stato il test più difficile anche perché avevo soltanto quella scelta! Era una facoltà a numero chiuso e non potevo sbagliare, tra tanti canditati l’ho superato. Per me è stata una gioia incredibile. Dopo un anno ho capito che lì non ci volevo più stare, soffrivo psicologicamente e fisicamente. Questo non mi ha fermato, non sono tornata a casa. Ho finito l’anno accademico e volevo spostarmi a Torino perché c’era il mio ragazzo e avrei avuto un appoggio in più. Un giorno, un suo amico, sapendo che avevo conseguito il diploma al liceo artistico, mi propose di provare design al politecnico. Da lì mi si è aperto un altro mondo. Ad oggi ritengo che è stata la scelta migliore che io potessi fare, perché era quello che veramente volevo. E dopo cinque anni di sacrifici e lotta contro il tempo per essere in regola con gli esami, adesso in conclusione posso dire che le difficoltà fanno crescere ed andare avanti. Mai mollare, quindi. Quel ragazzo che ha aperto la strada è stato per me un segno della provvidenza. Mi ha aperto lo sguardo verso un nuovo progetto, il mio progetto!

Vorrei dire, in conclusione, che per me il “Progetto” non è avere delle tappe fisse che se non si realizzano ci si deve sentire sconfitti, perché il progetto è in continua evoluzione. Il progetto è qualcosa di aperto che se non si evolve, non si sta costruendo un progetto ma si stanno rincorrendo solo delle tappe.

Roberta, 25 anni

 

In ascolto della comunità adulta

Abbiamo chiesto ad Anna, Dorina e Francesco quale significato ha per loro il progetto.             

Il progetto è un fine, una tensione verso un dover divenire, un dover essere: perché il progetto è sempre qualcosa che ci migliora o ci impegna ad essere migliori. Secondo me un progetto, per i giovani ad esempio si deve costruire insieme a loro, partendo dalle loro aspettative, da come si vedono e come si vedono in prospettiva.

Anna, 37 anni

 

Nel dare la mia definizione di “progetto”, mi riferisco in particolare all’ accompagnamento e la crescita dei figli. In questo senso ritengo che il progetto consiste in una serie di iniziative che noi genitori, mettiamo in atto partendo dalla vita di ogni giorno, dando dei contributi alla loro formazione per accompagnarli verso una vita piena, una felicità non fatta di cose materiali ma ricca di valori che permetterà loro di dare valore e consistenza al loro progetto di vita. Il progetto di un giovane, ha bisogno di contributi esterni alla famiglia: serve la scuola, la Chiesa, la comunità intera. La famiglia non è solo promotrice del progetto di crescita dei propri figli, ma è lei stessa inserita in un progetto e cammina con le agenzie esterne, per nutrirsi sempre di nuova linfa e continuare a crescere aprendo lo sguardo quanto più possibile.

Dorina, 46 anni

 

Un progetto per un giovane è fatto di speranze e sogni che possano realizzarsi. Per costruire il nostro progetto di vita abbiamo bisogno di persone che ci incoraggino: penso ad un insegnante che mi ha fatto capire che ho delle capacità. Gli adulti quando sono vicini ai giovani possono dare buoni consigli, li possono guidare. La famiglia, la scuola sono necessarie per costruire il proprio progetto di vita. Abbiamo necessità di spazi, l’indipendenza per sperimentare la vita da grandi: essere ragazzi vuol dire fare le prove per diventare adulti! Per costruire un progetto servono anche gli amici, loro quando ti conoscono non ti lasciano solo, ti aiutano e ti danno consigli.

Francesco, 18 anni

 

#hashtag

#Capire#ncognite#esperienze#supporto#divenire#percorsi#costruire#aspettative#valori#prove

 

Considerate questo tempo

Ogni progetto ha in sé delle incognite da capire, da vagliare. I giovani con difficoltà costruiscono dei progetti, hanno delle aspettative ma sentono la necessità di supporto, di sostegno, di accompagnamento. Sanno che un progetto ha bisogno di rettifiche, di tappe progressive e necessita di tempi propri. Sono consapevoli che esso è un percorso aperto che può evolversi e anche cambiare. L’obiettivo, però, non deve essere mai perso di vista, soprattutto quando questo esso è importante e i giovani sanno che devono impegnarsi, lottare e perseverare senza farsi tentare da facili compromessi. Per realizzare un progetto occorrono motivazioni, e valori importanti, unici ingredienti che possono portare lontano, soprattutto in questo momento storico molto difficile.

 

 

la Parola che illumina

Gv 21,7-22

Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, …. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce… Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli»… Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami? e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.

 

Ci puoi credere

Questa volta è Pietro in primo piano con Gesù. C’è di mezzo lo splendido triplice perdono e la gran voglia di aiutare Pietro a salire il gradino più alto: quello dell’affidamento totale. Questa spinta a Pietro è fortissima: “tu seguimi”. Pietro è molto simile a noi nel combattimento della fede. Noi spesso Gesù lo perdiamo…E Giovanni? E’ proprio Pietro a chiedere di Giovanni. E Gesù: “Vorrei che la tua fede, Pietro scendesse in profondità come in Giovanni. E vorrei che in Giovanni non venisse mai a mancare lo splendore della fede che è l’amore-carità”.

 

 

 

il film          The social network, 2016

il libro          BROOKE DEVIS, La magia delle cose perse e ritrovate

la canzone    Ligabue, Ho fatto in tempo ad avere un futuro

 

 

 

Esperienze e celebrazioni

Giugno

3              Corpus Domini

13            Festa di s. Antonio

Assemblea diocesana degli operatori pastorali (linee per il nuovo anno pastorale)

Iniziative estive dei gruppi:

Campo semiresidenziale per i nubendi

Campo scuola per ragazzi 2° tappa-postcresima e giovanissimi

Luglio/Agosto

2             Perdono di Assisi (in parrocchia)

Perdono di Assisi in Porziuncola

11            Festa di s. Chiara visita alle clarisse

25           s. Ludovico

Settembre

2             Festa del creato

15            Solennità dell’Addolorata

Ottobre

3-4           Transito e solennità di s. Francesco

6              Inizio della catechesi di IC

Assemblea diocesana operatori pastorali (linee per il nuovo anno pastorale)

23           58° anniversario della consacrazione della nostra chiesa e

21           giornata missionaria

27           spirito di Assisi

Novembre

Ottavario dei defunti

17            s. Elisabetta

18           2° giornata del povero

21            giornata pro orantibus

25           presentazione fanciulli del 1° anno di IC

25-2        5° settimana biblica parrocchiale

 

 

 

LITURGIA

 

Obiettivi

La vita liturgica della comunità sarà coordinata dal servizio liturgico, armonizzando le diverse ministerialità che interagiscono nelle celebrazioni. Essa, prima azione evangelizzatrice, si relaziona con la catechesi, la carità e la missionarietà, affinché le celebrazioni liturgiche diventino fonte e culmine del cammino di fede, al fine di aiutare la comunità a generare, lodare, celebrare e allearsi con il Signore della vita.

La comunità sarà aiutata a partecipare sempre più consapevolmente alla celebrazione Eucaristica domenicale e ai vari momenti della liturgia, e dei tempi liturgici, alle feste e alle solennità, alla preghiera quotidiana, animando e offrendo un servizio semplice e dignitoso.

 

La vita liturgica-sacramentale

L’Eucaristia prefestiva delle ore 18,30 e domenicale delle ore 9; 11; 18,30 ma anche quella feriale, è la sorgente viva e indispensabile per la vita del cristiano. Come prolungamento dell’Eucaristia, a sostegno della vita spirituale, si proporranno a tutta la comunità alcuni momenti di spiritualità, quali: Adorazione Eucaristica del 1° venerdì del mese, Culto e feste mariano in Santuario, rosario eucaristico e supplica alla Vergine Addolorata ogni venerdì ore 11.00, rosario quotidiano, solennità dell’Addolorata (15/9) festa quaresimale dell’Addolorata, mese mariano. Feste francescane. Veglie e incontri di preghiera vocazionali; Ottavario dei defunti (2-9 novembre)

 

La vita di fede nella celebrazione dei Sacramenti

I segni fondanti la vita cristiana: Battesimo e Confermazione

La Celebrazione del Battesimo avviene nel giorno di Pasqua e nell’Eucarestia domenicale. Durante l’anno verranno valorizzati i richiami liturgici che ci aiutano a rinnovare il dono del Battesimo. Nel mese di gennaio 2018 ci sarà la presentazione alla comunità dei ragazzi che riceveranno il sacramento della Confermazione. La Celebrazione è prevista in quaresima.

Anche gli adulti saranno invitati a rivivere il dono della Cresima, nel continuo richiamo alla testimonianza della fede e a vivere la propria vocazione nella comunità.

 

Il segno che alimenta e nutre: l’Eucaristia

L’Eucaristia è stata posta da Cristo come fonte e cuore della vita cristiana e della vita ecclesiale, i fanciulli del terzo anno nelle ultime tre domeniche di quaresima vivranno le tappe quaresimali e si accosteranno alla 1° Eucarestia il 13 e 20 maggio 2018.

 

Il segno che purifica, riconcilia, rinnova: la Riconciliazione

Una comunità che si pone con verità davanti alla Parola di Dio avverte la necessità di mettersi in cammino penitenziale poiché si accorge della distanza che esiste tra ciò che ha ricevuto attraverso il Battesimo e ciò che vive. Per facilitare questo percorso son previste: liturgie penitenziali in dicembre e marzo; preghiera e condivisione comunitaria di pane e acqua in Parrocchia ore 13 del Mercoledì delle Ceneri e Venerdì Santo.

I frati, in oltre, sono disponibili per l’ascolto e la riconciliazione ogni sera prima della Messa. I fanciulli di terzo anno di I.C. celebrano la Festa del Perdono.

 

I segni di una vocazione adulta: Matrimonio e Ordine sacro

“…E i due saranno una cosa sola…” I matrimoni sono celebrati secondo la richiesta.

La parrocchia non far mancare il riferimento, la preghiera e la vicinanza alle vocazione di speciale consacrazione: sacerdotale, religiosa e missionaria.

 

L’Unzione degli infermi

L’unzione degli infermi conferisce la grazia del conforto, della pace e del coraggio per superare le difficoltà fisiche, morali e spirituali, connesse con lo stato di malattia grave o di debolezza nella vecchiaia. E’ un dono dello Spirito Santo che salva e solleva il malato. La parrocchia vuole essere attenta a queste realtà di sofferenza e fr. Michele e fr. Fernando porteranno l’Eucaristia ogni primo venerdì del mese, inoltre alcuni ministri straordinari porteranno la Comunione ad ammalati che lo richiedono nel giorno del Signore. Comunitariamente, si organizzeranno momenti in cui si valorizzerà questo Sacramento, 11 febbraio giornata dell’ammalato.

 

La formazione

La formazione liturgica avverrà il 2° e 4° del mese (segue il calendario). Nei tempi forti dell’anno sarà svolta la lectio del Vangelo domenicale. All’incontro settimanale verranno segnalati i lettori, proposti dai vari gruppi, a cui saranno assegnate le letture. Utilizzeremo le riviste “La vita in Cristo e nella Chiesa”, “Servizio alla Parola”, specialmente la scheda settimanale per il Presidente e Collaboratori. All’inizio di ogni tempo liturgico si incontreranno i responsabili dei gruppi per concordare iniziative e calendario liturgico.

 

Attività

I fedeli tutti saranno aiutati a rendere un servizio adeguato nelle celebrazioni mediante la Bacheca liturgica, il Weekend di formazione esperienziale liturgica, la Cura dell’aula liturgica e degli arredi sacri.

 

Gli altri settori liturgici

I Ministri straordinari dell’Eucarestia, di nuovo incarico, riceveranno dalle mani del Vescovo il ministero la 1° domenica di Avvento. Nel corso dell’anno avranno degli incontri periodici con il parroco. Il loro ministero si svolgerà soprattutto la domenica, sia durante la messa che nel portare l’Eucaristia agli ammalati e quando si renderà necessario. I Ministranti si ritroveranno il sabato, dopo la catechesi, per una breve formazione e la distribuzione dei compiti domenicali, questo incontro abilita al servizio all’altare. Il coro è chiamato, in spirito di servizio, a dare la sua disponibilità con impegno e continuità, affinché le celebrazioni siano decorose, accoglienti e partecipate nella preghiera comune. Avrà cura di animare tutte le celebrazioni eucaristiche domenicali dell’anno delle ore 11 e altre celebrazioni della comunità parrocchiale. Il coro troverà la modalità per una fattiva collaborazione con i catechisti per facilitare il coinvolgimento dei fanciulli nel canto liturgico domenicale.

 

CATECHESI

 

Obiettivi

Il Ministero della Catechesi è tutta azione evangelizzatrice a servizio della Chiesa. La catechesi è un incontro vivo con Gesù ed è nella catechesi che risuona il Cristo, con la Sua Vita, con le Sue Parole e con i Suoi Gesti, in un’esperienza che “ti fa ardere il cuore nel petto”. La catechesi ha lo scopo di accompagnare la comunità (i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti) a incontrare o ri-incontrare Gesù, attraverso l’Ascolto della Parola e la vita nuova nei Sacramenti, e renderla credibile nella testimonianza e nella carità. “La catechesi non è tutto, ma tutto nella Chiesa ha bisogno di catechesi: la liturgia, i sacramenti, la testimonianza, il servizio, la carità” (RdC, 6). In questo anno pastorale, nel quale particolare attenzione verrà data ai giovani, la figura di Giovanni, il discepolo amato, ci aiuterà a metterci alla “ricerca” per scoprire in Gesù la pienezza della nostra vita.

 

Incontri di catechesi e formazione

Catechesi comunitaria per adulti Curata dal parroco insieme ai referenti di ciascuna tappa: nei seguenti giorni: 10 ottobre – 3 novembre – 5 dicembre – 11 gennaio – 6 marzo – 26 aprile
Catechesi pre-battesimale Incontro del parroco con genitori e padrini nei giorni precedenti il Sacramento
Catechesi genitori Un incontro al mese di sabato alle ore 16.30 – incontri da calendarizzare
Fanciulli di I.C.1° anno Ogni domenica dalle ore 11.00 alle ore 12.00
Fanciulli di I.C. 2°-3°-4° anno Ogni sabato dalle ore 16.30 alle ore 18.00
Ragazzi del 5°-6° anno

Ogni sabato dalle ore 16.30 alle ore 18.00

Catechesi laboratoriale alla luce della testimonianza di San Francesco e Santa Chiara

Ragazzi del 7° anno Ogni venerdì dalle ore 18.30 alle ore 19.30
Gruppo Giovanissimi Ogni venerdì alle ore 18.30
Fraternità GI.FRA. Ogni Venerdì alle ore 20.00
Nubendi Corso di 10 incontri da gennaio a marzo – di lunedì
Catechisti Riunione mensile di lunedì alle ore 17.00: 9 ottobre – 6 novembre – 4 dicembre – 8 gennaio – 5 febbraio – 5 marzo – 9 aprile – 7 maggio

CARITA’

 

La Comunità Parrocchiale esprime la verità della vita cristiana nella carità fraterna. La Caritas Parrocchiale organizza e tiene viva questa dimensione attraverso:

  • Il Centro d’ascolto “Marisa Invidia” Aperto ogni lunedì 18.00-19.00
  • Servizio Mensa Caritas
  • Progetti e iniziative: Progetto Caritas anticrisi, Prestito della speranza, Pranzo di
  • condivisione, iniziative varie di raccolta fondi e alimenti

Formazione

Obiettivo: l’operatore caritas fa esperienza dei miracoli evangelici, e rende il suo servizio sempre più consapevole, perché fondato su Gesù che per primo si è chinato sulle fragilità dell’uomo.

  1. Ottobre: Nelle nozze di Cana, per mettersi in RICERCA di colui che fa nuove ogni cosa.
  2. Novembre: Con la suocera di Pietro, per FARE CASA in amicizia e fraternità
  3. Gennaio e febbraio Con l’emorroissa e la donna cananea, per INCONTRARE chi si è fatto prossimo nella GRATUITA’
  4. Aprile: Con la vedova di Naim, per scoprire che il Signore della vita è CREDIBILE e vicino a tutti.
  5. Maggio: Con la donna curva, per crescere nella speranza ed essere capaci di PROGETTI “nuovi”.

Pastorale della salute

La famiglia è il primo e più naturale luogo della cura, di affetto e di calore umano, un’insostituibile scuola di umanità, culla della vita, luogo di solidarietà e di sostegno tra le generazioni. La disabilità, la malattia non sono una questione privata. E’ proprio la privatezza che aumenta l’isolamento e trasforma spesso anche le difficoltà ordinarie della vita in difficoltà insormontabili. Tale dura realtà può a volte costituire per essa un carico troppo pesante da sopportare. I malati e i sofferenti:

  • ci aiutano ad apprezzare il valore della salute, ricordandoci l’impegno di custodirla;
  • ci insegnano i modi di come capire e assistere i malati stessi;
  • ci presentano, spesso, esempi di eroica pazienza, di fede genuina e di speranza incrollabile;
  • collaborano a smascherare tanti pseudo valori della nostra società contemporanea e a relativizzare alcune priorità ritenute assolute nella nostra vita (denaro, successo, potere, bellezza, ambizioni…);
  • infondono nel nostro vissuto quotidiano una dimensione di sano realismo, confrontandoci con le nostre false illusioni di sicurezza, di onnipotenza e di immortalità;
  • ci ricordano il valore della vita, che è sacra anche in presenza di un handicap;
  • reclamano, giustamente, un ruolo attivo in seno alla società, alla famiglia e alla comunità cristiana.

 

 

 

Progetto Parrocchia Ecologica

Già nelle prime pagine della Bibbia troviamo che l’essere umano ha il compito di custodire e coltivare la terra (Gen 2,15): una sintesi tra l’impegno per il progresso e la preservazione di un patrimonio che non è nostro e ancor meno dei singoli, ma ci è stato affidato in gestione. Tutti sappiamo che c’è tanto spreco e che si può vivere felici con meno beni materiali e più solidarietà. Il compito della comunità cristiana è quello di promuovere campagne per nuovi stili di vita, in coerenza con la fede, andando anche contro la cultura che affermerebbe che il massimo consumo favorisce il miglioramento della qualità di vita per tutti. Celebrare le varie giornate mondiali a tema ambiente, proporre iniziative liturgiche e culturali ma anche passeggiate o biciclettate alla scoperta della bellezza della natura, visite a luoghi sensibili dal punto di vista ambientale, piantumazioni di nuovi alberi in zone incolte potrebbero essere iniziative per sostenere una conversione ecologica.

 

 

 

NUOVA EVANGELIZZAZIONE

 

Scrive Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium“ In virtù del battesimo ricevuto ogni membro del popolo di Dio è diventato discepolo missionario.” La nuova evangelizzazione “deve implicare un nuovo protagonismo di ciascun battezzato. Attraverso l’animazione missionaria che si svolgerà non solo nel mese di Ottobre ma durante tutto l’anno pastorale, verranno dedicati momenti alla preghiera, alla riflessione, e alla solidarietà anche con le giovani chiese di missione. L’ itinerario del cammino parte dall’Evangelii Gaudium al n. 24 dove Papa Francesco ci esorta a vivere questi 5 momenti: Prendere iniziativa – Coinvolgersi – Accompagnare – Fruttificare – Festeggiare Ciascuno di questi momenti sono legati ai tempi liturgici, momenti di preghiera e ad attività già programmate nella parrocchia.

 

Iniziative particolari di nuova evangelizzazione

Porto di Brindisi porto di pace, Settimana unità dei cristiani, formazione biblica, teologica e liturgica, Settimana francescana vocazionale, Quaresima nelle famiglie, giornata di preghiera e digiuno per – Oggi voglio fermarmi a casa tua, Visita e benedizione delle famiglie, Giornata mondiale delle vocazioni, Peregrinatio Mariana, proposta di ritiri parrocchiali per giovani e adulti nei tempi forti, iniziative estive, Ottobre missionario, giornata infanzia missionaria – proposta concerto di beneficenza

 

 

 

 

 

 

INCARICHI PROGRAMMAZIONI SPECIFICHE

 

La fraternità del Convento “La Pietà”

  1. Michele Carriero, guardiano e parroco
  2. Fernando Mancino, vicario parrocchiale, assistente OFS
  3. Salvatore Peluso, economo, assistente Gifra
  4. Emanuele Tedesco, accolito, studente

 

Moderatore Consiglio Pastorale Parrocchiale: Lucia Aversa

Segretaria CPP: Paola Varallo

Consiglio per gli Affari Economici: Antonio Stomanti

Delegata per il Sovvenire: Carmela Rizziello

Area liturgia: responsabile Lucia Aversa

Area Catechesi: responsabile Giusy Litrico

Area Carità: responsabile Rossana Fanelli

Area Nuova Evangelizzazione: Assunta De Masi

Azione Cattolica: Paola Varallo

Apostolato della Preghiera: Anna Di Domenico

Ordine Francescano Secolare: Assunta De Masi

Gioventù Francescana: Marialessia Dimitri

 

 

Azione cattolica

 

Obiettivo

Seguendo Gesù attraverso i luoghi, dove Egli osserva, incontra, ammaestra e impara, l’adulto di AC riconosce i propri luoghi esistenziali e, attraversandoli, cerca di capire il senso della propria vita e della propria chiamata alla sequela. Brano biblico di riferimento: «Tutto quanto aveva per vivere»: così si chiude il brano della povera vedova nel Vangelo di Marco (12,38-44), esempio di autentico discepolato.

 

Formazione

L’itinerario formativo si svolgerà, con l’aiuto del testo “ATTRAVERSO”, in cinque tappe: la prima tappa Seguire Gesù nel tempio, la seconda Seguire Gesù nella città, la terza Seguire Gesù in casa, la quarta Seguire Gesù sulla strada e la quinta Seguire Gesù alla tomba vuota.

Il gruppo dei soci adulti di AC terrà gli incontri formativi con cadenza quindicinale, secondo e quarto martedì di ogni mese alle ore 17,30. L’8 dicembre, come di consueto, sarà celebrata la festa dell’adesione all’associazione. In questo anno, in cui l’AC compie 150 anni di vita, noi adulti dobbiamo sentire maggiormente il bisogno di una formazione che ci renda, sempre più, testimoni credibili per le nuove generazioni e ci consenta di condividere con loro alcuni tratti del nostro cammino e di tramandare loro l’amore per Cristo e per la Chiesa. Una formazione, inoltre, che, secondo lo specifico carisma dell’AC, tenga anche conto delle diversità e delle povertà del territorio e del mondo intero, nella convinzione che, come dice Papa Francesco, “la realtà è più importante dell’idea”.

La modalità degli incontri formativi è dinamica: si parte dalla vita raccontata, ci si lascia poi illuminare dalla Parola, e si ritorna poi alla vita, più fortificati per un cambiamento.

 

Laboratorio di Manualità e Creatività

Il laboratorio è nato dal desiderio di alcune donne del gruppo di Azione Cattolica                                         di incontrarsi nei locali della Parrocchia in modo costruttivo, insieme ad altre amiche, allo scopo di consolidare la conoscenza e di dare sfogo alla creatività. Si è creata così un’occasione di confronto e di scambio, un appuntamento fisso, settimanale, in un contesto oltretutto divertente, perché non ci facciamo mancare due risate!

I nostri lavori sono realizzati rigorosamente a mano, con l’utilizzo di risorse povere e di materiale di recupero, ma assolutamente con buoni intenti e tanto cuore. I nostri punti di forza: la condivisione e la solidarietà, che non sono da sottovalutare nell’ attuale contesto sociale, dove spesso vige la regola del “pensare per sé. Al termine dell’anno i manufatti vengono venduti ed il ricavato viene destinato a chi ha bisogno di aiuto. E poi… collaboriamo anche alla realizzazione di alcune iniziative parrocchiali, sempre mettendo in moto la nostra creatività. Non sono richieste spiccate qualità per lavorare insieme ed in allegria e ci piacerebbe avere nel gruppo altre amiche, di ogni età!

Ci incontriamo ogni venerdì alle ore 17.

 

 

 

Apostolato della preghiera

 

L’apostolato della preghiera è un servizio alla chiesa cattolica diffuso in tutto il mondo che propone la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù. Ogni venerdì: ore 11.00 rosario e supplica alla Vergine della Pietà; 1° venerdi del mese adorazione e supplica. Inoltre si promuove la Partecipazione agli incontri e raduni diocesani.

 

 

Ordine Francescano Secolare

 

Il consiglio dell’Ordine Francescano Secolare – fraternità La Pietà, per il triennio 2017-2020 è così composto: Assunta De Masi, Ministra, Rosalia Assi, vice ministra, Paola Erriquez, Carmela Rizzello, Lory Invidia consigliere. La fraternità si incontra il giovedi.

Catechesi annuale sul tema“La Sobrietà”.

I passi sono cinque: 1 Sobri perché liberi “ Non accumulate tesori – dice Gesù” (Mt 6,16-24) 2 Sobri perché affidati “Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita” (Mt 6,25-34) 3 Sobri perché umili “Chiedete, e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,1-12); 4 Sobri perché fertili “Dai loro frutti dunque li riconoscerete”(Mt 7,13-23) ; 5 Sobri perché obbedienti “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile..” (Mt 7,24-29).

 

Formazione permanente settimanale

Incontri regionali di formazione; Attività caritative e missionarie “La messe è molta”: animazione Ottobre missionario in collaborazione con l’Apostolato della Preghiera; Domenica 1/10 padre Tommaso Leopizzi e padre Adolfo Marmorino incontrano la comunità parrocchiale; 6/10 adorazione Eucaristica. 16/22-10 recita del Santo Rosario missionario; 20/10 veglia missionaria; Giornata del creato 17 ottobre 2017; Triduo di Santa Elisabetta; Giornata del povero; Ritiro di Avvento; Ritiro di Quaresima; Incontro con il Vescovo Caliandro per la benedizione di inizio anno di fraternità.

 

Eventi 2018

mercatini parrocchiali “I dolci di Frate Jacopa”; febbraio “mercatino degli ortaggi”; febbraio tavola rotonda “La vita è amore”; giornata del grano “ Impariamo a fare il pane”; 25 Aprile : 40 anni della Regola OFS e 70 anni della fondazione GiFra ; maggio Festa della mamma; visita ai Monasteri delle Sorelle Clarisse di Puglia; pellegrinaggio ad Assisi due agosto “Festa del Perdono”; Pellegrinaggio nel mese di settembre a Viterbo per la festività di Santa Rosa; ritiro spirituale della fraternità a Jaddico; feste di Santi Chiara e san Ludovico .

 

 

 

GiFra

 

La fraternità “Gi.Fra di Brindisi – La Pietà” è costituita da otto membri, di cui sette promessi e uno accolto.

 

Obiettivo

La fraternità, come ai discepoli di Giovanni Battista, risponde con grande gioia all’invito di Gesù: “Venite e vedrete”, intraprendendo con consapevolezza un serio cammino formativo, che porterà ciascun gifrino verso l’incontro con Cristo, nella fede, nella liturgia, nella preghiera, nell’accoglienza reciproca verso gli stessi membri della fraternità, verso quelli della comunità e verso i bisognosi.

 

Ambiti

La fraternità si augura di raggiungere l’obiettivo prefissato in diversi ambiti, quali quello formativo, impegnandosi a riunirsi settimanalmente per un incontro di formazione, tenuto dall’assistente locale, dagli stessi membri della fraternità, da membri della comunità e/o da esterni, il cui tema è in linea con il percorso della Gifra regionale e nazionale, che per l’anno 2017/2018 verte sull’Accoglienza (A.A.A. CercaSì), ed è seguito dalla fraternità grazie ai testi di formazione, e in linea con i progetti della pastorale parrocchiale locale, dell’animazione vocazionale e della pastorale giovanile diocesana, che focalizzano la loro attenzione sui giovani, in questo speciale anno in cui si terrà il Sinodo dei Giovani 2018; quello liturgico, organizzando momenti di preghiera per la fraternità, e incontri di preghiera comunitari e partecipando alle proposte di preghiera comunitaria, avanzate dalla chiesa locale, dalla Pastorale giovanile, dall’animazione vocazionale e dalla Gifra regionale; quello caritatevole, accogliendo il progetto “Adotta un prodotto”, proposto dalla chiesa locale e occupandosi dell’organizzazione dei mercatini di solidarietà, in collaborazione con la fraternità OFS locale; quello di Giustizia Pace e Integrità del Creato, partecipando attivamente alla Festa del Creato, organizzata dalla parrocchia e alla Giornata mondiale della Terra (22/04), organizzata dalla Gifra regionale e articolata in varie iniziative, tutte volte alla salvaguardia e alla custodia del Creato.

 

 

 

Conclusione

 

 

In sintonia con la Chiesa universale e la Chiesa locale, vogliamo camminare in questo anno pastorale al passo con i nostri giovani verso il Sinodo del 2018. Questo itinerario ci aiuti, nell’ascolto del Vangelo secondo Giovanni, a metterci sempre alla ricerca, come il discepolo che Gesù amava, come Nicodemo, la Samaritana, il cieco nato, gli amici di Betania, come tanti nostri fratelli nella fede. Sia un cammino umile e perseverante, operoso e pieno di amore, appassionato e profondo. Ci aiuti il Signore Gesù, veniente e sempre atteso, risorto e vivo nella sua comunità, a mantenere giovane il nostro cuore e il nostro Spirito, dando fiducia e speranza ad ogni germoglio di vita che nasce, spingendoci con la gioia del Vangelo oltre ogni confine. Sostenga, con il dono del suo amore infinito, i giovani nell’articolato, e talvolta frastagliato, cammino di vita, di testimonianza e di annuncio.

Perché tutti possiamo essere segno e strumento di Gesù, nostro Maestro e Signore, e, in Lui, vivere nell’amore della Trinità.

Perché la nostra gioia sia piena.

Perché, credendo, abbiamo vita nel suo nome.

 

Maestro, dove abiti? Venite e vedrete!

 

Brindisi, La Pietà, 2 dicembre 2017

 

 

 

A Laude di Cristo e del suo servo Francesco